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I TRAPIANTI ALL'ESTERO - DECRETO 31 MARZO 2008 | |||||||||
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BLOCCATI DI FATTO I TRAPIANTI ALL’ESTERO DAL 30 APRILE 2008
Poste barriere burocratiche sui trapianti degli italiani all’estero, nel Decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30-4-08.
Il Decreto del 31 marzo 2008 "Disposizioni in materia di trapianti di organi effettuati all'estero, ai sensi dell'articolo 20 della legge 1° aprile 1999, n. 91", con la circolare applicativa del Ministero della Salute del 12 maggio 2008, sono, secondo noi, in completa contrapposizione con quanto prevede l'Unione Europea in tema di libera circolazione dei malati. (Risoluzione del 23 maggio 2007 dal sito del Parlamento Europeo) (articolo sole 24 ore 6 settembre 2006) RAI UNO Giorni d'Europa 23 dicembre 2006 video: https://youtu.be/8EUBeyKOHEA E’ un decreto che viene da lontano: già nel 2006 l’allora Presidente del Consiglio durante un suo messaggio in occasione dei 40 anni dal primo trapianto di rene a Roma, riferendosi all'incremento del numero dei trapianti effettuati in Italia scrive "Grazie al Vostro impegno oggi i pazienti italiani non vanno più a cercare i trapianti nei centri Europei; il turismo trapiantologico degli italiani è finalmente terminato (sic !)". Ma è turismo andare a curarsi in Europa? Quando magari non si trovano risposte in Italia? Diciamocela tutta: é tornato fuori dal cassetto il decreto "blocca trapianti all'estero” . 13 associazioni di malati di tutta Italia da anni si sono battute affinché non venisse emanato questo decreto in forme così restrittive (elenco Associazioni).
Chi meglio delle associazioni può conoscere le esigenze del malato?
Le nostre associazioni sono formate da pazienti nefropatici, trapiantati o in attesa di trapianto perciò conosciamo bene ed in prima persona le nostre esigenze e speranze e quelle di quanti, all’interno della normative europea, desiderano esprimere il proprio diritto di scegliere in libertà dove farsi curare, e questo senza nulla togliere alle eccellenze italiane di personale medico e infermieristico e di strutture di altissimo livello.
La voce del malato
Le nostre associazioni si sono riunite, hanno studiato ed approntato delle modifiche al decreto, modifiche che tengono presente innanzitutto le esigenze dei malati ed il buon senso, e sulla base delle quali siamo disponibili al confronto con il Ministero della Sanità anche domani. (le nostre proposte di modifica del 2006)
Accorato appello ai media
Questo decreto è passato nel silenzio, anche a causa forse delle elezioni che hanno calamitato l’attenzione dei media; il nostro è un accorato appello ai media : Vi preghiamo, fate sentire anche la nostra voce, che forse non è una voce importante ma che è sicuramente una voce che parla di dolore e di solidarietà: la voce del malato!
Alcune delle “dissuasioni” inserite nel decreto
Il decreto vede così ridotta di fatto la possibilità di recarsi all'estero per trapianto (si raddoppiano i tempi di lista di attesa in Italia, prima di poter chiedere l'autorizzazione per l'estero) e di mantenere i rapporti con il centro per chi all'estero, per necessità negli anni passati, il trapianto lo ha effettuato (si prevede una sola visita di controllo annuale), salvo casi urgenti e tipologie di trapianto non effettuabili in Italia: sono condizioni queste inaccettabili da parte di un malato che attende un trapianto o è stato trapiantato e deve svolgere periodici controlli di sicurezza.
Così di fatto si nega senza vietare Ovvero il non "Accesso alle prestazioni sanitarie all’estero"
Quanti aspettano un trapianto o sono trapiantati, e sono interessati alle norme per l’ "Accesso alle prestazioni sanitarie all’estero" troveranno recepito in questo decreto quanto già contenuto nella precedente bozza di decreto ministeriale del 2005, bozza contestata e bloccata allora dalle Associazioni dei malati, dove già allora veniva messa in pratica dell'impossibilità "burocratica" di recarsi presso un centro europeo, solo un piccolo miglioramento, per essere inseriti in lista di attesa all'estero, occorre solo se richiesto dal centro estero, la cancellazione dalle liste di attesa in Italia. ll decreto, inoltre, non accogliendo le richieste di modifica, creerà sicuramente conflitti di interpretazioni con le ASL e le Regioni per quanto riguarda i rimborsi spese sostenute, citando solo i rimborsi previsti dal decreto 3/11/1989 e non citando le eventuali leggi regionali di miglior favore.
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