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31 DICEMBRE 2011:
TRAPIANTI, TAGLIO
DEL 70%
DEI FONDI ALLE
REGIONI
|
Dr
Alessandro
Nanni Costa |
MILANO – Ammonta a
oltre 3 milioni di
euro, pari al 70%
circa, il taglio dei
fondi destinati alle
regioni per la rete
dei trapianti,
deciso nel 2010 dal
ministro
dell'Economia,
Giulio Tremonti, ma
divenuto effettivo
in questi giorni,
con la seduta della
Conferenza
Stato-Regioni del 21
dicembre scorso. Ma,
come rileva il
direttore del Centro
nazionale trapianti,
Alessandro Nanni
Costa, ''sono
rimaste le risorse
per formazione e
sicurezza, attività
fondamentali per la
nostra rete''. Il
provvedimento
approvato riguarda i
fondi da ripartire
tra le regioni per
la rete
trapiantologica e
del sangue. Come ha
spiegato il
ministero della
Salute in una nota,
''per il settore
trasfusionale gli
stanziamenti sono
stati erogati dopo
che il Centro
nazionale sangue ha
verificato il
raggiungimento degli
obiettivi di sistema
fissati all'inizio
del 2011. Per il
settore trapianti
gli stanziamenti
ripartiti tra le
Regioni sono
destinati anche alle
attività di
formazione del
personale sanitario
e allo sviluppo di
progetti per la
sicurezza
trapiantologica''.
Anche se si tratta
di tagli ''lineari
robusti – spiega
Nanni Costa – decisi
nel 2010 per il
futuro, siamo
contenti perché
questo Ministro, in
un momento di
difficoltà
economica, ha
mantenuto tutti i
fondi che poteva
mantenere e gli
impegni presi.
Inoltre il ministro
della Salute
Balduzzi ha
sottolineato
l'importanza della
rete sangue e
trapianti, nonché
della terapia
trapiantologica per
le persone
sieropositive. Tutti
segnali che
interpretiamo
positivamente''.
www.blitzquotidiano.it
|
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23 DICEMBRE 2011 -
SIENA: DOPPIO
TRAPIANTO DI RENE,
UNA DELLE COPPIE
COINVOLTE E’ DEL
VITERBESE,
INTERVENTO SVOLTO
CON LA MODALITA’
CROSSOVER
|
Il viterbese
sottopostosi
al trapianto
insieme
all'équipe
del
policlinico
di Siena |
C’è una coppia di
viterbesi tra i
pazienti
sottopostisi
all’eccezionale
trapianto di rene
dell’ospedale Le
Scotte di Siena.
L’intervento,
delicatissimo, è il
primo realizzato
nella cittadina e
uno dei pochissimi
in Italia. Si tratta
di un trapianto in
modalità cross-over.
Una sorta di
donazione incrociata
tra due coppie di
persone, in questo
caso madre-figlia e
moglie-marito.
Ognuna delle due
coppie era composta
da un paziente in
attesa di trapianto
e un parente
aspirante donatore
non compatibile. Il
doppio trapianto è
stato eseguito tra
il donatore di una
coppia e il
ricevente di
un’altra, una volta
accertata la
compatibilità
incrociata. I due
coniugi sono
originari del
Viterbese, mentre
nell’altro caso la
mamma-donatrice
proviene dalla
Romania e la figlia
vive a Firenze. A
eseguire il
trapianto, i medici
dell’equipe di
Chirurgia Trapianti
Rene, diretta dal
professor Mario
Carmellini,
coadiuvato dai
chirurghi Andrea
Collini e Giuliana
Ruggieri. “Abbiamo
lavorato in
contemporanea su più
sale operatorie
eseguendo di fatto
quattro diversi
interventi
chirurgici - spiega
Carmellini – due
prelievi di rene con
tecnica
laparoscopica e due
trapianti, con
grande lavoro di
squadra e impegno
professionale di
tantissime persone.
Sia i donatori che i
trapiantati stanno
bene e potranno
tornare a casa prima
di Natale”. Gli
interventi sono
stati realizzati con
la preziosa
collaborazione della
Nefrologia, diretta
da Guido Garosi e
dell’Anestesia,
diretta da Pasquale
D’Onofrio. Ogni
donatore ha offerto
il proprio rene in
virtù del grande
amore nei confronti
della persona cara:
una mamma ha donato
per la figlia e una
moglie ha donato per
il marito. “Nel
primo caso -
aggiunge Collini –
la mamma proviene
dalla Romania e la
figlia vive ad
Arezzo, nel secondo
caso moglie e marito
sono della provincia
di Viterbo ma il
gesto d’amore che
lega queste persone
va al di là della
provenienza
geografica e assume
un valore
universale, un gesto
gratuito e
generoso”. Le
indagini di
compatibilità
immunogentica sono
state effettuate
all’ospedale Careggi
di Firenze mentre
tutti gli
approfondimenti
diagnostici sono
stati condotti dalle
diverse unità
dell’ospedale
senese. Il centro
trapianti di rene di
Siena è il quarto in
Italia per numero di
trapianti effettuati
da donatore
deceduto, dopo
Torino, Padova e
Novara ed è quindi
il primo del
centro-sud: da
maggio del 2000 a
oggi sono stati
effettuati 542
trapianti, 61 quelli
di quest’anno grazie
proprio a un forte
incremento dei
trapianti da
donatore vivente.
“Il trapianto cross
over - conclude
Carmellini – è
piuttosto complesso
da organizzare
perché oltre alla
compatibilità
genetica e alle
valutazioni cliniche
e immunologiche è
necessario
analizzare molti
altri aspetti di
tipo etico, sociale,
psicologico e
medico-legale”. Da
Tusciaweb.eu
|
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19 DICEMBRE 2011 ASL
RM H OSPEDALE
ANZIO-NETTUNO
INAUGURATO IL NUOVO
REPARTO DI
NEFROLOGIA E DIALISI
Alla presenza del
Direttore Generale
della ASL RM H Dr
Alessandro Cipolla,
del Direttore
Sanitario Dr Amedeo
Cicogna, del Sindaco
di Anzio Luciano
Bruschini e del
Sindaco di Nettuno
Alessio Chiavetta è
stato inaugurato il
nuovo reparto di
nefrologia e Dialisi
dell'ospedale di
Anzio-Nettuno. La
struttura
sostituisce la
vecchia attiva dal
1972 ed è collocata
nel nuovo padiglione
"Faina". Restano
invariati i posti
dialisi, ma
l'ampiezza dei
locali con stanze
dedicate ad
ambulatori, e per
l'addestramento alla
dialisi domiciliare
peritoneale,
consentirà una
maggiore attività
della struttura.
Soddisfatto il
responsabile della
Struttura il Dr.
Franco Della Grotta.
|
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9 DICEMBRE 2011
VALMONTONE HOSPITAL
STRISCIA LA NOTIZIA
PER L'APERTURA DEL
CENTRO DIALISI
|
Il Valmontone
Hospital è una
gestione
sperimentale
pubblico-privata del
Presidio Ospedaliero
di Valmontone, a
tale scopo, nel
2005, fu costituita
una società formata
da capitale pubblico
(20% Asl Roma G, 31%
Comune di Valmontone)
- che portò in dote
la struttura del
vecchio ospedale
cittadino, chiuso da
anni e privato (49%
Magis Hospital,
scelta con
l’evidenza
pubblica). Il
progetto della
struttura prevede,
tra l’altro, 12
posti per
l’emodialisi, quale
Unità di Dialisi
Decentrata
dell’ospedale di
Colleferro. Il
Valmontone Hospital
fu inaugurato,
centro dialisi
compreso, il 17
settembre 2006,
dall’allora
Assessore regionale
alla Sanità Augusto
Battaglia, dal
Direttore Generale
della ASL Roma G e
da tutte le autorità
locali. La cerimonia
avvenne sotto una
pioggia torrenziale
e, in quanto
«bagnata», nelle
dichiarazioni delle
autorità intervenute
– ritenuta
fortunata!
Qui si potrebbe
chiudere la storia
della dialisi a
Valmontone. Dal 2006
nulla è più
accaduto, le vicende
regionali, la cieca
burocrazia, hanno
fatto si che il
centro non fosse mai
aperto, per cavilli,
più o meno fondati,
ad oggi almeno 20
persone potrebbero
usufruire del centro
dialisi, ma sono
costrette a recarsi
in centri lontano
anche nella
provincia di
Frosinone.
L'associazione da
anni segue la
vicenda. Vedi il
filmato sul sito di
striscia la notizia
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/
|
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5 DICEMBRE 2011: DUE
NOTIZIE POSITIVE
CHE FANNO SPERARE
Spagna: è record di
trapianti, 94
effettuati in 72
ore.
Veneto: trapianti:
superata quota 400,
crolla il no alla
donazione
ANSAmed - Madrid,
5 DIC -
Novantaquattro
trapianti di organi
provenienti da 36
donanti in 42
ospedali mobilitati
e in sole 72 ore: è
il nuovo record
registrato in Spagna
dal 23 al 25
novembre
dall'Organizzazione
Nazionale Trapianti
(Ont), che conferma
il primato della
Spagna a livello
europeo. Dei
trapianti, 48 sono
stati di reni, 23 di
fegato, 8 di
polmone, dei quali
la metà
bi-polmonari, e uno
doppio di cuore e
polmone, 2 di cuore,
3 di pancreas e uno
di intestino.
Secondo il direttore
della Ont, Rafael
Matasanz, le cifre
"confermano la
solidità dell'intero
sistema sanitario
nazionale" iberico.
Due dei pazienti
destinatari degli
organi erano in
'urgenza zero', che
significa che
sarebbero morti se
non si fosse
proceduto
all'impianto del
nuovo organo. Dei 39
donanti, due erano
stranieri e
altrettanti erano
rimasti vittime di
incidenti stradali.
Matasanz ha
confermato che, nel
2011, il numero di
trapianti in Spagna
aumenterà fra il 6 e
l'8% rispetto allo
scorso anno.
Quotidiano Sanità.it,
-
05 DIC
- Se non ci saranno
imprevedibili
sorprese nell’ultimo
scorcio dell’anno,
la sanità veneta
supererà ampiamente
a fine 2011 la
soglia d’eccellenza
dei 400 trapianti
d’organo. La notizia
è emersa dal vertice
del “Sistema
Trapianti Veneto”,
tenutosi lo scorso 2
dicembre a Villa
Nievo Bonin Longare
di Montecchio
Precalcino, per fare
il punto della
situazione. Secondo
i dati elaborati dal
centro regionale al
31 ottobre, rispetto
allo stesso periodo
del 2010, i donatori
effettivi sono
saliti da 99 a119 e
quelli utilizzati da
98 a110. Alla stessa
data, i trapianti
già effettuati sono
stati 348, con una
media di 35
interventi/mese:
proiettando il trend
da ottobre a fine
dicembre, quota 400
verrà ampiamente
superata. Importanti
i risultati
raggiunti dalla
Banca degli Occhi,
che tra gennaio e
giugno 2011 ha
raccolto circa 2000
cornee, pari al 50%
del fabbisogno
nazionale. Un dato
eccezionalmente
positivo riguarda il
crollo dei dinieghi
alla donazione la
cui percentuale è
scesa al 14%
rispetto al 31,2%
del 2010 e al 29%
nazionale. “Un
segnale
assolutamente
significativo – ha
detto l’assessore
alla Sanità, Luca
Coletto – che
testimonia da un
lato la proverbiale
generosità dei
veneti e dall’altro
il successo della
grande
collaborazione tra
Regione, Centro
trapianti e
associazioni di
volontariato per
informare la
popolazione e far
crescere, grazie
alla corretta
informazione la
cultura della
donazione.
|
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3
DICEMBRE
2011:
ASL
FROSINONE
OSPEDALE
SORA -
TORNA
DALLA
VISITA
AL
CENTRO
TRAPIANTI
E NON
TROVA LA
DIALISI
DISPONIBILE.
Pensavamo
che
questi
episodi
erano un
ricordo
del
passato,
invece
accadano
ancora,
nonostante
le
normative,
nonostante
ci
dicono
che
bisogna
risparmiare,
nonostante
.........
L'articolo
in
formato
scaricabile
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28
OTTOBRE
2011:
ASL
FROSINONE
OSPEDALE
FROSINONE
- LA
DIALISI
PERITONEALE
NON
CHIUDERA'!
MA
DOVEVAMO
SAPERLO
DALLA
STAMPA.
|
Il Direttore Generale Dr. Carlo Mirabella |
Abbiamo
posto il
problema
della
dialisi
peritoneale
nella
ASL di
Frosinone
con
lettera
del 12
settembre
scorso,
quando
siamo
riusciti
a
leggere
la bozza
dell'atto
aziendale,
dove
nell'ospedale
di
Frosinone
non era
più
inserita
la Unità
Operativa
di
Dialisi
Peritoneale,
mentre
lo era
presso
l'ospedale
di
Cassino.
Abbiamo
atteso
una
risposta,
invano.
Finché
nell'atto
aziendale,
approvato
il 30
settembre
scorso,
abbiamo
letto
che
entrambe
le 2
Unità
Operative
era
state
soppresse.
Siamo
rimasti
nella
attesa
di una
risposta
che
tranquillizzasse
le
persone
in cura,
inutilmente.
Fino a
quando
un
gruppo
di
persone
interessate
non
hanno
coinvolto
il
sindacato
UGL
sanità,
che ha
pubblicato
un
articolo
sul Il
Tempo.
Allora è
arrivata
la
risposta,
sotto
forma di
comunicato
stampa
riportata
sempre
dal
quotidiano
Il
Tempo.
"FROSINONE
Dopo la
segnalata
preoccupazione
dei
tanti
pazienti
della
Ciociaria
dializzati
che
temevano
l'interruzione
della
dialisi
peritoneale
a
seguito
del
nostro
intervento
sul caso
e le
espresse
notizie
sindacali
su un
servizio
necessario
e
insostituibile,
qual è
quello
della
dialisi
peritoneale,
interviene
con la
massima
tempestività
a
tranquillizzare
i
pazienti
l'Asl
frusinate
che con
una nota
comunica:
«Desideriamo
tranquillizzare
i nostri
pazienti
sul
fatto
che le
prestazioni
erogate
dalla
U.O.C.
di
Nefrologia
e
Dialisi
- in cui
è
inserita
l'Unità
Semplice
di
dialisi
peritoneale
-
continueranno
ad
essere
assicurate
a
prescindere
dalla
configurazione
interna
che
l'Unità
Complessa
andrà ad
assumere.
Infatti
se è
vero che
il nuovo
Atto
aziendale
non
prevede
più
l'Unità
Semplice
è
altrettanto
vero che
l'Unità
Operativa
Complessa
è
istituzionalmente
preposta
ad
effettuare
le
metodiche
dialitiche
previste:
emodialisi
e
dialisi
peritoneale.
Questo
vale
anche
per gli
specialisti
che in
essa
operano
e
perciò,
dal
punto di
vista
operativo,
non
cambierà
nulla:
non si
disperderanno
le
competenze
professionali
acquisite
e non
verranno
eliminate
le
prestazioni
di
dialisi
peritoneale».
Fin qui
il
chiaro
comunicato
dell'ufficio
stampa.
Infatti
proprio
la
paventata
soppressione
della
struttura
semplice
di
dialisi
ha
destato
scalpore
tra gli
utenti.
Con
questa
nota
dell'Azienda
Sanitaria
frusinate
sempre
sensibile
a
avvisare
tempestivamente
i propri
utenti
sui
cambiamenti
dei
servizi
finalmente
ritorna
il
sereno
tra i
dializzati
che ora
possono
tranquillamente
proseguire
nelle
cure e
prestazioni
in atto.
Tutto
bene
quel che
finisce
bene
specialmente
in
ambito
sanitario.
Il
Tempo.it
28/10/2011
Silvano
Ciocia
".
Domanda:
Ma il
Direttore
Generale
Dr.
Carlo
Mirabella,
queste
cose non
poteva
scriverle
all'associazione
un mese
fa? Era
necessaria
l'indignazione
delle
persone
e la
figuraccia
sulla
stampa
locale?
|
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22
OTTOBRE
2011 -
STRASBURGO:
OGNI
GIORNO
MUOIONO
12
PERSONE
IN LISTA
DI
ATTESA
PER UN
TRAPIANTO.
CONSIGLIO
D'EUROPA,
22
OTTOBRE
GIORNATA
EUROPEA
DONAZIONE
ORGANI.
STRASBURGO
- Ogni
giorno
in
Europa,
nonostante
tutti i
progressi
compiuti
dalla
medicina,
muoiono
12
persone
che sono
in lista
d'attesa
per
ricevere
un
organo.
In
totale
oggi ci
sono in
Europa
56 mila
persone
che
stanno
attendendo
di
ricevere
un
organo
che
possa
salvargli
la vita
o
comunque
migliorarne
sostanzialmente
la
qualità.
E' per
attrarre
l'attenzione
su
questa
realtà
che il
Consiglio
d'Europa
sin dal
1998,
organizza
in
collaborazione
con uno
Stato
membro
diverso
ogni
anno,
una
campagna
di
sensibilizzazione
che
trova il
suo
culmine
nella
giornata
europea
della
donazione
e del
trapianto
di
organi,
che
viene
celebrata
domani
(oggi
NDR).
Per
quanto
riguarda
l'Italia,
uno dei
paesi
europei
con il
maggior
numero
di
trapianti
ogni
anno,
nel 2010
sono
morte
511
persone
che
erano in
attesa
di un
organo.
Il dato
è
contenuto
nel
rapporto
annuale
mondiale
sui
trapianti
presentato
oggi a
Strasburgo.
In
particolare,
in
Italia
159
persone
attendevano
un rene,
195
erano in
lista
d'attesa
per un
fegato,
98
avevano
bisogno
di un
cuore e
59 erano
in
attesa
di un
trapianto
di
polmoni.
Come
sottolineato
da uno
dei
principali
esperti
mondiali
in
materia,
il
dottor
Rafael
Matesanz,
direttore
del
Organizzazione
spagnola
per i
trapianti
(Ont) -
che ha
realizzato
il
rapporto
in
collaborazione
con il
Consiglio
d'Europa
-
l'Italia
potrebbe
fare
molto
meglio
di
quanto
fa
finora
se tutte
le
regioni
fossero
in grado
di
riorganizzare
il
sistema,
come è
già
stato
fatto in
Toscana.
Inoltre,
le
regioni
dovrebbero
migliorare
le
procedure
per
ottenere
il
consenso
delle
famiglie
all'espianto.
Con la
giornata
europea
della
donazione
e del
trapianto
di
organi,
il
Consiglio
d'Europa
- che
lavora
su
queste
tematiche
dagli
anni
Cinquanta
- vuole
da un
lato
incoraggiare
il
dibattito
sul tema
e
dall'altro
stimolare
soprattutto
i
ministeri
della
salute
affinché
sviluppino
e
promuovano
delle
procedure
trasparenti
ed
etiche
che
salvaguardino
il bene
e il
rispetto
sia dei
donatori,
sia di
coloro
che
ricevono
gli
organi.
Per
migliorare
l'informazione
su
questo
tema il
Consiglio
d'Europa
ha
elaborato
un kit
che può
essere
trovato
all'indirizzo
Internet
www.europeandonationday.org
ANSA 21
ottobre,
16:49
|
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12
OTTOBRE
2011:
Assistenza,
LA CORTE
DEI
CONTI
BOCCIA
LA
DELEGA
Pietro
Barbieri
(Fish):
«Per una
volta
non
abbiamo
nulla da
aggiungere»
La
Commissione
Finanze
della
Camera
ha
chiesto
un
parere
alla
Corte
dei
conti
sul
disegno
di legge
delega
di
riforma
fiscale
e
assistenziale,
al
vaglio
in
questi
giorni.
La Corte
ha
formalizzato
il suo
parere
in una
articolata
delibera.
Sorvolando
sulla
parte
fiscale,
sulla
quale
comunque
vengono
espresse
pesanti
critiche,
la Fish
si
sofferma
su ciò
che
riguarda
la
delega
assistenziale
su cui
la Corte
sentenzia
una
sonora
stroncatura.
Secondo
la Corte
dei
Conti,
quella
proposta
più
che una
riforma
è un
obiettivo
di
risparmio
e di
taglio
dagli
esiti
incerti
e dagli
effetti
imponderabili.
Nella
spesa
sociale
ci
sarebbe
ben poco
da
risparmiare,
essendo
l’ammontare
complessivo
attestato
sui 30
miliardi,
40 se si
considerano
anche
alcune
prestazioni
previdenziali
come la
reversibilità.
Poco
praticabile
sarebbe
l’applicazione
di
limiti
reddituali
e
patrimoniali
per la
concessione
dell’indennità
di
accompagnamento
e per le
pensioni
di
invalidità.
E su
queste
prestazioni
monetarie
la Corte
annota
come
esse
facciano
parte di
“una
politica
‘nascosta’
di
contrasto
alla
povertà,
compensativa
di
un’offerta
di
servizi
non
sempre
adeguata
e
uniformemente
distribuita
sul
territorio”.
E invita
alla
prudenza:
il
rischio
è che il
risparmio
ottenuto
si
ripresenti
come
esigenza
di
servizi
adeguati
ad una
prevedibile
impennata
del
fenomeno
della
non-autosufficienza.
Osservazioni
molto
critiche
anche
sul
“fondo
per
l’indennità
sussidiaria”
che,
come
prevede
il
disegno
di
legge,
dovrebbe
essere
ripartito
fra le
regioni
con
“standard
definiti
in base
alla
popolazione
residente
e al
tasso
d’invecchiamento
della
stessa
nonché a
fattori
ambientali
specifici”.
Secondo
la
Corte,
il
contingentamento
della
spesa
per
l’indennità
di
accompagnamento
ribalta
sulle
regioni
l’onere
di
compensare
tutte le
esigenze
assistenziali
e di
sostegno
che si
presenteranno
in
futuro.
In un
crescendo
di
critiche
si
giunge
alla
questione
dei
livelli
essenziali
di
assistenza.
Questi
non sono
definiti
e ciò
rischia,
secondo
la
Corte,
di
portare
ad una
ulteriore
compressione
delle
politiche
a
sostegno
dei non
autosufficienti.
Lucida
l’analisi
della
storia
più
recente.
La Corte
rammenta
come gli
interventi
di
assistenza
abbiano
subito,
negli
ultimi
anni,
rilevanti
tagli:
“il
mancato
rifinanziamento
del
fondo
per le
autosufficienze,
la
riduzione
degli
stanziamenti
per il
fondo
politiche
sociali
e per la
politica
abitativa
hanno
già
sensibilmente
inciso
sul
quadro
degli
interventi
in
ambito
locale”.
“Per
una
volta la
FISH non
ha nulla
da
aggiungere
–
commenta
con
soddisfazione
Pietro
Barbieri,
presidente
della
Federazione
– salvo
esprimere
la
soddisfazione
di
leggere
motivazioni
che da
anni
sosteniamo
espresse
dal
massimo
organo
di
giurisdizione
contabile”.
Da
Vita.it
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27
SETTEMBRE
2011:
LA ASL
RM D
NEGA
L’ACCESSO
AGLI
ATTI
DELLA
GARA PER
L’AFFIDAMENTO
DEL
SERVIZIO
DI
TRASPORTO
DA E PER
I CENTRI
DIALISI.
L’ASSOCIAZIONE
SCRIVE
AL
PRESIDENTE
POLVERINI
Mentre
tutti
parlano
di
trasparenza
degli
atti
amministrativi,
la ASL
ROMA D
nega
all'associazione
l'accesso
agli
atti
relativi
alla
gara per
l'affidamento
del
servizio
di
trasporto
collettivo
da e per
i centri
dialisi.
Infatti,
inaspettatamente,
con nota
del 12
settembre
scorso
la
Dottoressa
Graziella
Ansuini
Dirigente
UOC
Affari
Generali
studi e
documentazione,
ha
accolto
la
richiesta
di
accesso
al testo
della
delibera,
peraltro,
già
pubblicata
sul sito
della
Regione
Lazio,
ma ha
negato
l’accesso
agli
allegati,
citati
nella
delibera.
Ci siamo
domandati:
cosa
contengono
di tanto
“riservato”
i
verbali
della
commissione
aggiudicatrice
che non
possono
essere
letti?
Cosa
contengono
gli
allegati
relativi
all’offerta
economica
delle
società
partecipanti?
Cosa
contiene
il
contratto
stipulato
tra la
ASL e
l’azienda
aggiudicatrice
della
gara che
non può
essere
letto?
Sicuramente
niente
di
anormale,
ma non
lo
sapremo
mai.
Abbiamo
quindi
deciso
di
scrivere
al
Presidente
Renata
Polverini
affinché
i
cittadini
della
Regione
Lazio,
ai quali
vengono
chiesti
continui
sacrifici
per
ripianare
i debiti
sanitari
e che
spesso
leggono
della
necessità
di
attuare
la
trasparenza
degli
atti
amministrativi,
sappiano.
(leggi
l'intero
carteggio
con la
ASL RM
D)
|
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23
SETTEMBRE
2011:
ALLARME
DELLA
SOCIETA'
ITALIANA
NEFROLOGIA,
A
CONGRESSO
A GENOVA
|
Dot. Rossana Coppo |
Le malattie renali
meritano
un'attenzione
pari se
non
superiore
a quella
riservata
al
tumore.
Perché
in
Italia
all'insufficienza
renale
si
sopravvive
meno che
al
tumore:
il tasso
di
sopravvivenza
dei
dializzati
italiani
è,
infatti,
del 55%,
contro
l'84%
del
cancro
alla
mammella,
il 70%
di
quello
al
colon,
il 63%
di
quello
al rene.
A
sostenerlo
è la
Società
Italiana
di
Nefrologia
(Sin),
riunita
a Genova
per il
suo
52/mo
Congresso.
Sulla
base dei
dati
aggiornati
a tutto
il 2009,
in
Italia
le
persone
in
dialisi
sono
45mila;
coloro
che
hanno
subito
un
trapianto
di rene
sono
quasi
16mila
(15.793
a tutto
il 31
dicembre
2010); e
sono tra
i 5 e i
6
milioni
gli
italiani
che
soffrono
di un
danno
renale.
(ANSA)
“Sono
dati che
devono
fare
riflettere
– ha
precisato
la
presidente
della
Sin
Dottoressa
Rosanna
Coppo.
Ci
dicono
che
quando i
reni
funzionano
solo al
50%, la
probabilità
di
malattie
cardiovascolari
o di
andare
incontro
a un
infarto
aumenta
di dieci
volte”.
(da
Genova24.it)
|
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13
SETTEMBRE
2011:
REGIONE
LAZIO IX
COMMISSIONE:
POLITICHE
SOCIALI.
PROPOSTA
DI
RIFORMA
DEI
SERVIZI
SOCIALI,
PRIMO
GIRO DI
AUDIZIONI,
ASCOLTATA
L'ASSOCIAZIONE
MALATI
DI RENI
13/09/11
- "I
lavori
sulla
riforma
dei
servizi
sociali
sono
entrati
nel
vivo.
Con
questa
legge
che
attende
da dieci
anni di
essere
varata
tutto il
sistema
sarà
finalmente
razionalizzato
e i
servizi
saranno
equanimemente
distribuiti
su tutto
il
territorio
regionale".
Così il
presidente
della
Commissione
Lavoro e
politiche
sociali,
Maurizio
Perazzolo
(Lista
Polverini),
a
conclusione
delle
audizioni
che si
sono
svolte
oggi
alla
Pisana
sulla
proposta
di legge
regionale
n. 226
d'iniziativa
della
Giunta
regionale,
concernente
il
"Sistema
integrato
degli
interventi,
dei
servizi
e delle
prestazioni
sociali
per la
persona
e la
famiglia
nella
Regione
Lazio".
"Procederemo
con le
audizioni
di
tutti-
ha
proseguito
Perazzolo
-, in
modo da
arrivare
a una
legge
quadro
che sia
condivisa
da tutte
le
associazioni
e da
tutti
gli enti
interessati
e
apprezzata
da tutte
le
famiglie
della
Regione
Lazio".
Alla
presenza
dell'assessore
alle
politiche
sociali,
Aldo
Forte
(Udc),
oggi
sono
stati
ascol-tati:
il
presidente
dell'Associazione
Juppiter
(Fondazione
Exodus),
Salvatore
Regoli;
il
direttore
dell'Aiop
-
Associazione
italiana
Ospedalità
privata,
Mauro
Casamatta;
Ferdinando
Gioia
del
Cnec, il
Centro
nazionale
economi
di
comunità
che solo
nel
Lazio
raccoglie
1200
iscritti;
il
presidente
dell'Ada
-
Associazione
per i
diritti
degli
anziani,
Francesco
Saverio
Cristella;
il
presidente
di
Unindustria
Sanità
delle
provincie
di Roma,
Frosinone,
Rieti e
Viterbo,
Riccardo
Fatarella;
il
rappresentante
dell'Associazione
malati
di reni,
Roberto
Costanzi;
il
direttore
generale
di
Assohandicap,
Claudio
Dell'Anno.
Tutti
gli
intervenuti
hanno
manifestato
apprezzamento
nei
confronti
della
proposta
di legge
che, una
volta
attuata,
consentirà
agli
operatori
del
settore
e ai
cittadini
di
dialogare
con i
due
comparti,
quello
sanitario
e quello
sociale,
come se
fosse un
unico
interlocutore,
usando
una sola
lingua.
"Nel
Lazio ci
sono 55
distretti
sociosanitari:
è
impensabile
erogare
servizi
in 55
modi
diversi",
ha
dichiarato
l'assessore
Forte
durante
l'audizione.
La legge
in esame
deve
fare i
conti
con la
recente
manovra
del
governo
e con
quelle
che
verranno,
ma anche
alla
progressiva
riduzione
dei
fondi
per il
sociale
degli
ultimi
anni.
"Il
fondo
nazionale
per le
politiche
sociali
è
passato
da un
miliardo
e mezzo
del 2007
a meno
di
duecentomilioni
di euro
di
quest'anno",
ha
ricordato
durante
l'audizione,
l'assessore
Forte,
il quale
ha
sottolineato
le
difficoltà
di chi
si trova
a
governare
in un
momento
di forti
tagli
alla
spesa
pubblica.
"Quando
avremo
il
quadro
complessivo
dei
tagli,
credo
che
dovremo
fare
delle
scelte
drastiche
- ha
concluso
Forte -,
ma non
possiamo
non
razionalizzare
il
sistema
con le
poche
risorse
che
abbiamo
a
disposizione".
Comunicato
ufficiale
dal sito
della
Regione
Lazio.
leggi la
bozza
non
corretta
dell'intervento
dell'associazione
PDF
|
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9
SETTEMBRE
2011:
UN
PROGETTO
PILOTA
INCENTIVA
I
TRAPIANTATI
A FARE
SPORT
|
la dottoressa Patrizia Burra
da Il Mattino di Padova |
Non è il
rigetto
a
uccidere
i
pazienti
trapiantati,
ma gli
stili di
vita
sbagliati:
fumo,
alcol e,
soprattutto,
sedentarietà.
Se il
rigetto
cronico,
che
porta
alla
necessità
di
espiantare
l'organo,
colpisce
il 5%
dei
pazienti,
le
malattie
cardiovascolari
colpiscono
il 9% a
cinque
anni dal
trapianto
e il 5 a
dieci
anni,
portando
in molti
casi
alla
morte.
Sono i
dati
presentati
da
Patrizia
Burra,
direttore
dell'Unità
di
trapianto
multiviscerale
dell'Università
di
Padova,
nel
corso
dell'Esot,
il
congresso
europeo
sui
trapianti
d'organo
a
Glasgow.
"Ormai -
spiega
Burra -
di
rigetto
non si
muore, e
i
farmaci
ci
consentono
di
abbassare
di molto
anche il
rischio
di
rigetto
cronico,
che
pregiudica
il
trapianto.
Il vero
nemico
per i
trapiantati
è
psicologico:
si esce
dalla
fase
acuta,
ci si
considera
dei
sopravvissuti,
e spesso
ci si
lascia
andare a
livello
fisico,
ingrassando,
bevendo
e
fumando.
Abbiamo
in
particolare
tre
categorie
a
rischio:
gli
adolescenti,
che non
rispettano
le
regole e
non si
curano
abbastanza,
quelli a
15-20
anni dal
trapianto
che
ormai
pensano
di
avercela
fatta e
le donne
che
riprendono
subito
la vita
in
famiglia.
Noi
dobbiamo
dire a
questi
pazienti
che è un
peccato
mortale
lasciarsi
andare e
rischiare
di
morire
d'infarto
solo per
stili di
vita
sbagliati
dopo
aver
ricevuto
un dono
tanto
prezioso
come un
organo.
Devono
rimettersi
in
gioco,
tornare
a
lavorare,
e
soprattutto
fare
molto
sport".
Per
questo,
ha
annunciato
Burra,
il
Centro
nazionale
trapianti
"ha
lanciato
un
progetto
con
Emilia
Romagna
e Veneto
come
regioni
pilota,
in cui
lo sport
viene
prescritto
ai
trapiantati
come
fosse
una
terapia.
Divideremo
i
pazienti
in due
gruppi,
e tra un
anno
vedremo
nei
numeri i
giovamenti
avuti
dal
gruppo
che ha
praticato
sport
regolare,
seguito
da uno
staff di
medici
sportivi".
Da
sanitanews.it
|
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2
SETTEMBRE
2011:
RENATO
SPONZILLI
DIRETTORE
GENERALE
DELLA
ASL DI
LATINA
“LA
DIALISI
RESTA A
FORMIA”
|
Renato
Sponzilli
Direttore
Generale
della
ASL di
Latina
vuole
tranquillizzare
tutti.
Questa
mattina
si è
tenuto
l’incontro
tra la
Direzione
Generale
della
ASL di
Latina
con
Gianna
Sangiorgi,
segretaria
provinciale
di
Cittadinanzattiva
e
Roberto
Costanzi
segretario
dell’Associazione
Malati
di Reni.
“La
proposta
di
spostare
la
dialisi
dall'ospedale
di
Formia
al
presidio
di Gaeta
era nata
con
l’intento
di
migliorare
il
servizio
realizzando
una
nuova
struttura
all’avanguardia.
Le
osservazioni
e le
problematiche
portate
dalle
Associazioni
ci hanno
fatto
riflettere
sull’importanza
di
mantenere
integra
la
nefrologia
con il
centro
di
emodialisi
nell’ospedale
di
Formia e
quindi
sull’inefficacia
della
proposta.”
–
Continua
Sponzilli
– “ Per
poter
migliorare
l'operatività
ragioneremo
per
razionalizzare
meglio
gli
spazi
all’interno
dell’Ospedale
di
Formia”.
Roberto
Costanzi
e Gianna
Sangiorgi
nel
prendere
atto
della
dichiarazione
del
Direttore
Generale
che
chiude
la
vicenda,
si
augurano
che per
il
futuro
ci siano
più
informazioni
dirette
da parte
della
direzione,
al fine
di poter
contribuire
nelle
scelte
ed
evitare
quanto
accaduto
in
queste
settimane.
|
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finestra
16
AGOSTO
2011: IL
FUTURO
INCERTO
DELLA
NEFROLOGIA
ALL'OSPEDALE
DI
FORMIA,
LA
DIALISI
SPOSTATA
AL
PRESIDIO
DI GAETA
CHE
SIGNIFICA?
Aggiornamento del 1 settembre: Il Sindaco di Formia Michele Forte incontra i vertici della ASL, tra le altre problematiche discusse, il sindaco ribadisce che la dialisi deve rimanere a Formia. Prendiamo atto della dichiarazione, supponendo che si riferisse alla intera Unità Operativa Complessa di nefrologia e ne faremo buon uso. Perché resta comunque da conoscerne il futuro, per questo siamo nella attesa degli incontri istituzionali richiesti. |
Aggiornamento del 27 agosto: Il Sindaco di Gaeta Antonio Raimondi interviene sulle proposte per l’utilizzo dell’ex ospedale Monsignor Di Liegro, riconvertito in presidio territoriale.
Per quanto riguarda la proposta di trasferire la dialisi dall’ospedale di Formia a Gaeta, il Sindaco dichiara: “questa deve stare in una struttura attrezzata per eventuali emergenze, portare questo reparto da Formia, dove funziona bene, a Gaeta non consentirebbe di mantenere un accettabile livello di assistenza e sicurezza dei pazienti”.
Prendiamo atto della dichiarazione, supponendo che si riferisse alla intera Unità Operativa Complessa di nefrologia e ne faremo buon uso. Perché resta comunque da conoscerne il futuro, per questo siamo nella attesa degli incontri istituzionali richiesti. |
Neanche
a
Ferragosto,
si sta
tranquilli,
un
articolo
apparso
su
Latina
Oggi con
i
commenti
sul
vecchio
progetto
di
trasferimento
della
dialisi
a Formia
a Gaeta,
riapre
la
discussione
come se
il
problema
fosse
nato
oggi.
L'intervento
dell'associazione
sul
quotidiano
Latina
Oggi,
ripercorre
la
storia e
si
interroga
sul
futuro
verificato
che,
sembra
nessuno
lo
conosca.
(scarica
l'articolo
in
formato
PDF)
|
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17 LUGLIO 2011: PALERMO 10 ANNI FA IL PRIMO
TRAPIANTO
DI RENE
IN
ITALIA
SU UNA
PERSONA
SIEROPOSITIVA
Da
ANSA.IT
17
luglio
2011 di
Adele
Lapertosa
ROMA -
Per uno
a cui
non
avevano
dato
altre
speranze
se non
quella
di una
vita
fatta di
dialisi,
Paolo ne
ha fatta
parecchia
di
strada,
alla
faccia
dei
tanti
pregiudizi
con cui
si è
dovuto
scontrare.
A 10
anni
esatti
dal suo
trapianto
di rene,
il primo
fatto su
una
persona
sieropositiva
in
Italia,
Paolo è
oggi un
uomo in
piena
salute,
che fa
una vita
normalissima
e che
adora il
mare e
la pesca
subacquea.
Tanto
che per
riuscire
a
intervistarlo
abbiamo
dovuto
aspettare
che
tornasse
dalla
sua gita
in
pattino
al mare.
Oggi è
dunque
una
giornata
importante
per lui
e anche
per
Ignazio
Marino,
attuale
presidente
della
commissione
d'inchiesta
del
Senato
sul Ssn,
ma nel
2001
direttore
dell'Ismett
(Istituto
Mediterraneo
Trapianti
di
Palermo)
e
chirurgo
che
eseguì
l'intervento,
suscitando
critiche
e una
lettera
di
censura
dall'ex
ministro
della
Salute,
Girolamo
Sirchia,
e dal
direttore
del
Centro
nazionale
trapianti,
Alessandro
Nanni
Costa,
secondo
cui la
letteratura
scientifica
trapiantologica
sull'argomento
metteva
in
dubbio
l'opportunità
di
praticare
in un
paziente
sieropositivo
un
trapianto
che non
fosse
''salvavita,
menzionando
il
trapianto
di rene
come
intervento
da cui
astenersi''.
''Pensavo
di non
avere
più
speranza,
di
essere
ormai
condannato
-
ricorda
Paolo -
Dopo 5
anni di
dialisi
non ce
la
facevo
più''.
Ma
navigando
su
internet
Paolo
scoprì
che
negli
Stati
Uniti
alcuni
sieropositivi
erano
già
stati
trapiantati.
''Tutti
i medici
mi
dicevano
però che
un
trapianto
era una
pazzia.
Che era
impensabile
far
prendere
immunosopressori
a una
persona
già
immunodepressa.
Tentai
anche
all'Ismett
-
continua
- e
Marino
mi
rispose
quasi
subito.
Quando
mi disse
che ero
un buon
candidato
per
quell'intervento
provai
una
gioia
immensa.
Mi parlò
con
grande
tranquillità,
trasmettendomi
sicurezza,
umanità
e
professionalità.
Nonostante
i pareri
contrari
di tutti
gli
altri,
io
scelsi
di
fidarmi
di lui e
lui di
me''.
Prima
del
trapianto
di rene
da
vivente,
ricevuto
da suo
padre,
Paolo fu
comunque
sottoposto
a
controlli
continui
per
sette
mesi. Il
resto è
storia.
''Sono
stato in
ospedale
appena
10
giorni -
prosegue
- ed è
andato
tutto
benissimo.
Non ho
avuto
complicazioni
ne’
problemi
di alcun
tipo,
ne'
allora,
ne' in
tutti
questi
10 anni.
Se non
lo
sapessi,
è come
se non
avessi
fatto
nulla''.
E sì,
perché
nonostante
10 anni
di
farmaci
immunosopressori
e 20 di
terapia
antiretrovirale,
gli
ultimi
esami di
Paolo
dicono
che ha
zero
molecole
di Hiv
in
circolo
nel
sangue,
che i
suoi
anticorpi
sono
tornati
a
livelli
normali
e la sua
terapia
antiretrovirale
gli è
stata
dimezzata.
''Spero
che la
mia
storia -
conclude
Paolo -
possa
dare una
speranza
a chi si
trova
nella
mia
situazione
di 10
anni
fa''.
Auguri
Paolo
|
|
|
|
21
MAGGIO 2011: REGIONE LAZIO:
ISTITUITA COMMISSIONE
REGIONALE AUDIT PER
TRAPIANTI, E FINANZIATA
L'AGENZIA REGIONALE PER I
TRAPIANTI
(ASCA)
- Roma, 21 mag - Istituzione
di una Commissione
regionale
Audit per i trapianti e il
finanziamento
di quasi 4 milioni di euro,
per il 2011, per le attività
dell'Agenzia
regionale
per i trapianti. Sono i due
provvedimenti approvati nel
corso
dell'ultima seduta dalla
Giunta regionale del Lazio (20
maggio ndr), presieduta
da Renata Polverini, su
proposta dell'Assessorato
alla Salute. Attraverso la
Commissione regionale Audit
(delibera 225 del
20/5/2011 ndr), composta
da dirigenti, tecnici
regionali e membri esterni
alla rete trapiantologica
locale, la Regione intende
promuovere e avviare
verifiche e controlli sulla
qualità, i risultati e la
sicurezza delle attività di
trapianto presso tutti i
centri autorizzati. In
particolare, la commissione
regionale Audit valuterà per
ogni centro di trapianto, a
partire dall'anno in corso e
con cadenza biennale, le
caratteristiche tecniche
della struttura chirurgica,
la composizione delle
equipe. Inoltre dovrà
valutare la gestione e i
percorsi per l'iscrizione
dei pazienti in lista
d'attesa. Saranno gli stessi
Centri regionali trapianti
ad organizzare gli Audit per
le diverse tipologie di
trapianto (rene, fegato,
cuore, polmone). La Giunta
regionale ha inoltre
approvato il finanziamento
di 3 milioni 972 mila euro (delibera
226 del 20/5/2011 ndr) a
sostegno delle attività, per
l'anno in corso,
dell'Agenzia regionale per i
trapianti e le patologie
connesse. com/mpd (Asca)
(scarica la delibera 225)
(scarica la delibera 226) |
19 APRILE 2011: ALIMENTI
APROTEICI LA SENATRICE
GARAVAGLIA PRESENTA UNA
INTERROGAZIONE
Atto Senato della Repubblica
n. 3-02081 Pubblicato il 13
aprile 2011 Seduta n. 54
presentato da MARIAPIA
GARAVAGLIA
Al Ministro della salute.
Premesso che:
la dieta aproteica è da
considerasi uno strumento
irrinunciabile nella terapia
conservativa della
insufficienza renale cronica
(IRC) e rappresenta per i
pazienti affetti da tale
patologia un vero e proprio
salvavita;
tale dieta, infatti, non
solo si affianca agli altri
trattamenti nel rallentare
la progressione della
patologia renale stessa, ma
costituisce il cardine per
il controllo dei sintomi
uremici e della complicanze
metaboliche proprie di
questa malattia e potenzia
l'effetto della terapia
farmacologica;
nonostante le evidenze
clinico-scientifiche
riferibili all'effetto
positivo che i prodotti
aproteici hanno sul paziente
a tutt'oggi tali prodotti
non sono stati inclusi nei
livelli essenziali di
assistenza (LEA) e sono
rimborsati dalle Regioni e,
pertanto soggetti alla loro
discrezionalità;
la Regione Lazio a dicembre
2009 aveva sospeso
l'erogazione gratuita dei
prodotti aproteici ma,
resasi conto del grave
errore, l'ha ripristinata a
partire dal febbraio 2010;
nel maggio 2010 la Regione
Campania, nell'ambito di un
piano di rientro, ha
previsto la sospensione
dell'erogazione da parte del
servizio sanitario nazionale
ai pazienti con
insufficienza renale
cronica;
avverso tale decisione
l'Associazione nefropatici
emodializzati e trapiantati
dalla Regione Campania (ANERC)
ed alcuni pazienti
nefropatici hanno presentato
ricorso al tribunale
amministrativo regionale;
con ordinanza n. 1645 del 29
luglio 2010, il tribunale
amministrativo regionale di
Napoli ha accolto la
richiesta di sospensiva
degli effetti del decreto
commissariale n. 17 del 24
marzo 2010 avente ad oggetto
la sospensione
dell'erogazione a carico del
servizio sanitario regionale
dei prodotti dietetici ai
pazienti con insufficienza
renale cronica, precisando
che "il decreto, nel
revocare il beneficio, non
ha tenuto conto dei pazienti
meno abbienti, rischiando
per ciò stesso di cagionare
un danno grave ed
irreparabile";
considerato, inoltre, che:
il mancato utilizzo della
dieta ipoproteica e il
conseguente maggiore ricorso
alla dialisi da parte di
pazienti con insufficienza
renale cronica determina un
possibile ulteriore aumento
della spesa sanitaria per
trattamenti terapeutici a
carico del servizio
sanitario regionale;
la sospensione
dell'erogazione gratuita dei
prodotti ipoproteici da
parte della Regione Campania
e, in generale, il mancato
inserimento di tali prodotti
terapeutici nei LEA da parte
del Governo, oltre ad essere
gravemente lesivo del
diritto alla salute dei
cittadini affetti da tale
grave patologia, determina
un possibile consequenziale
aggravio della spesa per
trattamenti terapeutici a
carico del servizio
sanitario regionale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo
sia a conoscenza di quanto
si sta verificando in
Campania a danno dei
pazienti affetti da
insufficienza renale cronica
e quali urgenti iniziative
intenda adottare,
nell'ambito delle proprie
competenze, affinché a tali
pazienti vengano erogati con
la massima urgenza gli
alimenti ipoproteici
indispensabili per la loro
sopravvivenza;
se, al fine di garantire il
diritto alla salute dei
suddetti pazienti, non
ritenga inoltre necessario
provvedere con la massima
urgenza all'inclusione dei
prodotti dietetici per
pazienti con insufficienza
renale cronica tra i livelli
essenziali di assistenza.
(scarica l'interrogazione
tratta dal sito del Senato
della Repubblica) |
12 APRILE 2011: 'PIZZO' A
TRAPIANTATI, ARRESTATO
DIRIGENTE ASL ROMA C
Lo hanno arrestato proprio
mentre intascava, negli
uffici della Asl Roma C, la
prima tranche di una
mazzetta chiesta ad un
trapiantato di cuore. In
manette è finito C.R., 55
anni, un funzionario
dell'Asl. Gli uomini del
nucleo operativo dei
carabinieri, coordinati dal
pm Sergio Colaiocco, sono
intervenuti questa mattina:
l'arrestato aveva chiesto
una tangente sui rimborsi
destinati ai pazienti che si
sottopongono ad interventi
di trapianto (previsti
dalla legge regionale
41/2002 ndr). In
particolare la vittima che
si era sottoposto ad un
trapianto di cuore
all'ospedale Sant'Orsola di
Bologna, doveva ricevere
dalla sua Asl di
appartenenza, così come
stabilisce la legge, un
rimborso di circa 7.700 euro
per le spese
dell'intervento. Il
funzionario dell'azienda
sanitaria, arrestato per il
reato di tentata
concussione, aveva imposto
il pagamento di una mazzetta
di circa 2.500 euro dietro
la garanzia di un suo
"interessamento a sveltire
la pratica per il rimborso".
Secondo gli inquirenti, che
hanno effettuato anche il
sequestro di documenti
all'interno della Asl,
questa era una pratica che
andava avanti da anni.
Sarebbero, infatti,
parecchie decine i casi
sotto osservazione: nei
prossimi giorni potrebbero
essere ascoltati in procura
anche i vertici dell'Azienda
sanitaria locale. (new
tratta da ANSA.IT 12 aprile
2011, 13:36) |
25 MARZO 2011: TRAPIANTI,
L'ON. LUCIANA PEDOTO
PRESENTA UNA INTERROGAZIONE
IN COMMISSIONE AFFARI
SOCIALI DELLA CAMERA
Atto Camera
Interrogazione a risposta in
Commissione 5-04417
presentata da
LUCIANA PEDOTO
mercoledì 23 marzo 2011,
seduta n.451
firmatari: PEDOTO,
FONTANELLI, LENZI, D'INCECCO
e GRASSI.
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
il Centro nazionale
trapianti ha pubblicato i
dati relativi al 2010, in
base ai quali, si è
registrato un calo dei
trapianti di oltre il 9 per
cento;
sembrerebbe emergere, una
mancanza di organizzazione
sul territorio: infatti
dall'approvazione della
legge n. 91 del 1999 sono
state create le strutture,
nazionali, interregionali,
regionali e locali per poter
segnalare i potenziali
donatori di organi, ma non
sono state sviluppate
adeguatamente le
rianimazioni;
si registra altresì una
diminuzione del 6,2 per
cento dei donatori
effettivamente utilizzati,
in ragione della
modificazione epidemiologica
nelle rianimazioni, con una
diminuzione delle morti di
pazienti celebrolesi o dei
decessi al di sotto dei 40
anni, con conseguenze
particolari su alcune
patologie;
inoltre, il taglio dei
finanziamenti colpisce anche
la campagna ministeriale per
la sensibilizzazione alla
donazione degli organi, che
ogni anno vede ridotto il
finanziamento;
in Italia la cultura della
donazione ha avuto ottimi
risultati, con una
percentuale di opposizioni
alla donazione che ruota
ancora intorno al 30 per
cento, ma nel 2010 si è
registrato un incremento al
31,5 per cento -:
quali iniziative il Governo
intenda intraprendere al
fine di scongiurare che la
carenza dei centri di
rianimazione e gli andamenti
nella disponibilità alla
donazione possano minare
alla base quanto raggiunto
in termini di efficienza e
efficacia del nostro sistema
trapianti.(5-04417)
(scarica l'interrogazione
tratta dal sito della Camera
dei Deputati)
(i dati sui trapianti) |
22 MARZO
2011: APROTEICI CAMPANIA, IL TAR
ANNULLA NUOVAMENTE IN DECRETO DELLA
REGIONE CHE NE SOSPENDE L'EROGAZIONE
Continua a dare sorprese la vicenda
della sospensione degli alimenti
aproteici da parte della Regione
Campania. Brevemente la storia con
il
decreto 17 del
24 marzo 2010 con il
quale il Commissario ad Acta per la
sanità sospendeva l'erogazione dei
prodotti, l'ANERC, supportata dal
Forum Nazionale e Cittadinanzattiva
Campania ottennero con il ricorso al
TAR della
Campania, ordinanza del 29 luglio
l'annullamento del decreto. La
Regione Campania inoltrò ricorso al
Consiglio di
Stato che con l'ordinanza del 24
novembre annullò
l'ordinanza del TAR e quindi
ripristinò il decreto della Regione.
Ora il TAR della Campania è entrato
nel merito del decreto con la
sentenza del 18 marzo scorso
annullando nuovamente il decreto.
Nel deliberato della sentenza si
legge tra l'altro che
il risultato ottenuto dal decreto
(l’azzeramento improvviso di
qualsivoglia contributo del SSN)
presenta modalità di attuazioni
dell’intervento evidentemente lesive
dell’affidamento ingenerato ne
pazienti affetti da Insufficienza
Renale Cronica, che sono costretti a
passare improvvisamente ed
istantaneamente da un regime di
esenzione totale ad un regime di
contribuzione piena. Tale repentino
mutamento di regime, in virtù della
scarna motivazione a supporto dello
stesso, ovvero, il costo
dell'erogazione, non tiene neanche
conto dei benefici economici
indiretti che una eventuale
contribuzione della regione
all’erogazione di prodotti aproteici
può determinare a valle mediante la
riduzione o il procrastinamento dei
trattamenti ospedalieri (dialisi,
degenze, trapianti e simili).
Insomma il costo dell'operazione è
superiore al beneficio. Ora è da
aspettarsi un ulteriore ricorso
della Regione Campania, certamente
però oggi registriamo un successo
delle associazioni che si stanno
adoperando in Campania.
(scarica la
sentenza) |
18 MARZO
2011: TRAPIANTI NEL 2010 SONO
DIMINUITI DEL 9,1 PER CENTO, STABILI
LE OPPOSIZIONI
Donatori più anziani, meno
decessi per cerebrolesioni nelle
rianimazioni e una sostanziale
stabilità dei "no" a donare.
Sono questi gli elementi alla base
del calo del 9,1% dei trapianti
realizzati in Italia, dai 3.163 del
2009 ai 2.874 del 2010. La flessione
è registrata dal Report annuale del
Centro nazionale trapianti (Cnt),
che viene anticipato nel numero in
distribuzione da oggi del
settimanale «Il Sole 24 Ore Sanità».
La buona notizia, in sintesi, è che
sempre meno giovani muoiono per
trauma; la cattiva è che ci sono
sempre meno organi trapiantabili
disponibili nelle rianimazioni,
primo anello nella catena del
processo di donazione. «Il punto -
spiega Alessandro Nanni Costa,
direttore del Cnt - è che negli
ultimi anni si sta modificando
l'epidemiologia nelle rianimazioni:
diminuiscono dell'8,7% le morti di
pazienti cerebrolesi e, in generale,
calano del 14,9% i decessi al di
sotto dei 40 anni». Ciò significa
che i potenziali donatori sono
sempre di meno e sempre più anziani,
con tutto ciò che questo comporta in
termini di reale possibilità di
impiego dell'organo: i donatori
effettivamente utilizzati sono il
6,2% in meno rispetto al 2009.
Eppure, tengono a precisare dal Cnt,
la qualità del sistema tiene. «La
rete nazionale trapianti è stata in
grado di contenere l'impatto della
minore disponibilità di organi
limitando all'1% la riduzione degli
accertamenti di morte cerebrale. Una
popolazione di donatori potenziali
più ristretti, insomma, è stata
trattata in modo più efficiente».
Resta il fatto che la diminuzione di
organi disponibili, combinata con le
opposizioni a donare (cresciute
dal 30,4 del 2009 al 31,5% del 2010),
rende critica la possibilità di
sviluppo del sistema ed esige
contromosse. A partire da un'analisi
di processo, già in atto, che dovrà
investire le rianimazioni italiane
per aumentare gli accertamenti di
morte cerebrale. Il secondo
obiettivo è contrastare il rifiuto a
donare. Con campagne di
comunicazione ai cittadini ma
soprattutto con la formazione
adeguata del personale che, nelle
rianimazioni, è deputato a
interagire con le famiglie dei
potenziali donatori. Quello delle
opposizioni è un problema comune a
tutta l'Europa: la Spagna, prima
nella Ue per numero di interventi,
ha la stessa difficoltà dell'Italia
a superare il muro delle
opposizioni. Vanno poi sviluppati
programmi che sfruttino al massimo
le potenzialità dei donatori
anziani, la cui età media è passata
da 50 a 55 anni. Un dato che
spiegherebbe il crollo dei trapianti
di cuore - organo per cui 55 anni
sono proprio l'età limite di
trapiantabilità - da 355 a 273
interventi tra 2009 e 2010. Altra
risorsa cui guardare sono i
trapianti di rene da vivente, cui si
sta lavorando particolarmente a
Padova e a Bologna. C'è poi un ampio
bacino cui attingere: le grandi
regioni del Sud, che stanno
progressivamente riducendo l'ampia
forbice che le separa dalle migliori
performance realizzate al
centro-nord (in Toscana come in
Piemonte). Lazio, Sicilia e
Campania sono le realtà su cui
il Centro nazionale trapianti mira a
investire maggiormente in termini di
implementazione di standard di
attività e di efficienza.
(di
Barbara Gobbi da Il Sole -24 Ore 15
marzo 2011)
(scarica il report
2010) |
8 MARZO 2011: CASSAZIONE SENTENZA
8254 DELLA QUARTA SEZIONE PENALE, NO
A LOGICHE MERCANTILI E A DIMISSIONI
RAPIDE NEGLI OSPEDALI
Annullata l'assoluzione di un medico
dall'accusa di omicidio colposo: «I
criteri di economicità non possono
prevalere sul diritto alla salute
dei cittadini»
MILANO
- La volontà di contenere la spesa
sanitaria non può prevalere sul
diritto alla salute dei cittadini e
le dimissioni dei pazienti dagli
ospedali devono essere decise solo
in base a valutazioni di ordine
medico. È quando sottolinea la
Cassazione nella sentenza 8254 della
quarta sezione penale con cui ha
annullato l'assoluzione di un medico
dall'accusa di omicidio colposo di
un paziente dimesso dopo 9 giorni da
un intervento cardiaco, secondo le
linee guida in uso nella struttura
sanitaria.
NO SALVACONDOTTO
- Se le linee guida in uso negli
ospedali «dovessero rispondere solo
a logiche mercantili», il rispetto
delle stesse «a scapito
dell'ammalato, non potrebbe
costituire per il medico una sorta
di salvacondotto, capace di metterlo
al riparo da qualsiasi
responsabilità, penale e civile, o
anche solo morale» scrivono i
giudici, aggiungendo che «sul
rispetto di quelle logiche non può
innestarsi un comportamento virtuoso
del medico che, secondo scienza e
coscienza, assuma le decisioni più
opportune a tutela della salute del
paziente». Secondo la Cassazione le
linee guida possono «legittimamente
essere ispirate anche a logiche di
economicità di gestione purché non
siano in contrasto con le conclamate
esigenze di cura del paziente».
IL RICORSO
- Con questa decisione la quarta
sezione penale ha accolto il ricorso
dei familiari del paziente deceduto
per essere stato dimesso troppo
frettolosamente, contro
l'assoluzione di un medico
dell'ospedale di Busto Arsizio. Lì
il paziente era stato ricoverato il
9 giugno 2004 per infarto al
miocardio. Sottoposto ad
angioplastica con applicazione di
uno stent medicato, è stato dimesso
dopo 9 giorni, il 18 giugno, dal
momento che risultava «asintomatico
e stabilizzato». Quella stessa notte
l'uomo ebbe un nuovo scompenso e
arrivò in ospedale quando era già in
arresto cardiocircolatorio. Se non
fosse stato dimesso, ha accertato la
perizia legale, sarebbe
sopravvissuto grazie alle cure che
avrebbe ricevuto in reparto. In
primo grado il medico che firmò le
dimissioni venne condannato a 8 mesi
di reclusione e a risarcire i danni
morali ai familiari. In appello
invece fu assolto «perché il fatto
non costituisce reato» in quanto il
medico aveva seguito le linee guida
in tema di dimissioni. Una tesi non
condivisa dalla Cassazione che ha
accolto il reclamo della Procura
della Corte d'Appello di Milano e
dei familiari. I supremi giudici
criticano le linee guida obiettando
che «nulla si conosce dei loro
contenuti, né dell'autorità dalle
quali provengono, né del loro
livello di scientificità, né delle
finalità che con esse si intende
perseguire, né è dato di conoscere
se rappresentino un'ulteriore
garanzia per il paziente o se altro
non sono che uno strumento per
garantire l'economicità della
gestione della struttura
ospedaliera».
NUOVO PROCESSO
- «A nessuno - prosegue la
Cassazione - è consentito anteporre
la logica economica alla logica
della tutela della salute, né
diramare direttive che, nel rispetto
della prima, pongano in secondo
piano le esigenze dell'ammalato».
Inoltre i supremi giudici ricordano
ai medici che prima di tutto devono
rispondere al loro codice
deontologico in base al quale hanno
il dovere «di anteporre la salute
del malato a qualsiasi altra diversa
esigenza» e, pertanto, non sono
tenuti «al rispetto di quelle
direttive laddove esse siano in
contrasto con le esigenze di cura
del paziente, e non possono andare
esenti da colpa ove se ne lascino
condizionare, rinunciando al proprio
compito e degradando la propria
professionalità e la propria
missione a livello ragionieristico».
Adesso per il medico in questione si
apre quindi un nuovo processo. Il
paziente, oltre ad essere stato
colpito da infarto, aveva un quadro
clinico che consigliava prudenza in
quanto era un fumatore obeso: per
questo probabilmente non rientrava
nei criteri statistici delle linee
guida.
(Corrieredellasera.it
03/03/2011)
(scarica la
sentenza pubblicata dal
sole24ore.it) |
17 FEBBRAIO
2011: DOCUMENTO DELLA CONFERENZA
DELLE REGIONI SULLA RETE DEI
TRAPIANTI: TUTTO L'OSPEDALE DEVE
ESSERE COINVOLTO NEL PROCESSO
DONAZIONE TRAPIANTO
La Conferenza delle Regioni, nella
riunione del 10 febbraio scorso ha
approvato un documento in merito
alla rete nazionale per i trapianti
che contiene alcune novità per
quanto riguarda l’articolazione
regionale e locale della rete. In
particolare si prevedono apposite
convenzioni tra i Centri
interregionali e il Centro nazionale
trapianti, nonché la possibilità di
maggiore collaborazione tra i Centri
regionali e il Centro nazionale. Ma
la novità più importante è quella
prevista per il quarto livello della
rete, quello dei “coordinamenti
locali”. Per questi il documento
prevede che va realizzata “una
completa integrazione con l'intera
struttura ospedaliera dove opera”.
“In tale contesto si inseriscono a
pieno titolo non solo le unità
operative e le strutture più di
frequente direttamente impegnate
(rianimazione, e/o reparti neuro
traumatologia o neurochirurgia), ma
anche quelle che a vario titolo
concorrono alle attività di prelievo
(servizio di medicina legale,
neurologia, anatomia-patologica,
radiologia, laboratori, direzione
sanitarie). Per le mutate
caratteristiche epidemiologiche e
per l'introduzione di nuove tecniche
terapeutiche, il campo di
applicazione del coordinamento
ospedaliero è destinato a investire
anche unità operative fino ad ora
non coinvolte nell'identificazione
del potenziale donatore e nella
definizione dell'idoneità alla
donazione. L'intera struttura
aziendale deve quindi intendersi
implicata a pieno titolo e con piena
disponibilità nel processo di
donazione / trapianto”. “Per tutti i
livelli della Rete – infine continua
il documento - va previsto lo
sviluppo, il completamento e
manutenzione del sistema informativo
trapianti (SIT) per la registrazione
puntuale di tutte le fasi del
processo anche per garantire
adeguati livelli di sicurezza,
tracciabilità e trasparenza delle
attività”.
(scarica il
documento) |
6 FEBBRAIO 2011: DONAZIONE DI
ORGANI, DOPO ELEZIONE E PAPA
RATZINGER CANCELLATO DALLA LISTA DEI
DONATORI
La notizia ha fatto il giro del
mondo e non poteva essere
diversamente dato che riguarda
Joseph Ratzinger e la sua volontà di
donare i suoi gli organi.
l'antefatto: siano nel 1999
l’allora cardinale
Ratzinger dichiara pubblicamente che
è iscritto ad una associazione di
donatori di organi (in Germania),
considerando la donazione per i
trapianti un "atto gratuito di
affetto, di disponibilità". "Donare
gli organi per i trapianti,
spontaneamente, in piena coscienza e
in piena consapevolezza, - disse in
quell'occasione - significa dar vita
ad un vero, profondo atto d'amore
verso il prossimo".
In Italia la notizia viene riportata
in un articolo di
Repubblica del 4/2/1999 di Orazio La
Rocca, che noi Associazione
Malati di Reni abbiamo riproposto
nel nostro sito e riportiamo sempre
come esempio da seguire, nelle
manifestazioni per sensibilizzare la
donazione degli organi.
Il fatto: da tempo in
Germania il dottor Gero Winkelmann,
medico di Unterhaching, (vicino
Monaco di Baviera) ha avuto la
stessa idea per sensibilizzare la
donazione, parlare della volontà del
Papa. Ma evidentemente il Dottor
Winkelmann fa notizia, e da oltre
Tevere ha prima ricevuto richieste
di fermarsi, vista l’insistenza ha
ricevuto una lettera del Segretario
personale del Papa, don Georg
Gaenswein il quale – ricorda a tutti
- che: "Se è vero che il Papa
possiede una carta di donazione di
organi è vero anche, contrariamente
ad alcune affermazione pubbliche,
che con l'elezione del cardinale
Ratzinger a capo della chiesa
cattolica, ipso facto essa è
decaduta". La dottrina della Chiesa
Cattolica prevede infatti, che alla
morte, il corpo del Pontefice debba
essere sepolto integro e quindi di
fatto risulterebbe impossibile la
donazione di organi. Questo perché
“Se gli organi papali fossero
donati, nel caso della sua eventuale
santificazione diventerebbero
reliquie presenti nei corpi di altre
persone”. Questo non significa che
la chiesa abbia fatto passi indietro
per la donazione degli organi,
3 interventi di 3 papi ne hanno
sancito la dottrina, ma certamente,
nel rispetto dovuto, qualche
riflessione è dovuta. |
4 FEBBRAIO 2011:
AVVIATO CON SUCCESSO IL PROGRAMMA DI
TRAPIANTO DI RENE IN PAZIENTI DI
DIFFICILE TRAPIANTABILITA’ (IPERIMMUNIZZATI)
“La rete nazionale dei trapianti ha
dato il via al programma nazionale
di trapianto di rene in pazienti di
difficile trapiantabilità (iperimmunizzati)
e già, nel corso della notte del
primo febbraio, sono stati
realizzati due trapianti di rene in
pazienti che attendevano da più di
10 anni e che presentavano
importanti problematiche
immunologiche”, riferisce il Prof.
Renzo Pretagostini, responsabile
dell’OCST (Organizzazione Centro Sud
Trapianti). Un primo rene, prelevato
a Napoli, è stato trapiantato a
Bologna in un ricevente di 47 anni
ed il secondo rene, prelevato a
Trento, è stato trapiantato a Modena
in un ricevente di 56 anni. Il
programma, fortemente voluto dal
Centro Nazionale Trapianti,
rappresenta un concreto passo in
avanti nella risposta terapeutica
offerta ai pazienti con elevatissime
problematiche immunologiche e per
questo in attesa da molti anni. La
gestione del programma è possibile
attraverso il concorso e
l’operatività dei tre Centri
Interregionali AIRT
(Associazione InterRegionale dei
Trapianti),
NIT (Nord Italia Transplant) e OCST,
che avvalendosi della collaborazione
dei Centri Regionali possono
selezionare, su scala nazionale, gli
organi compatibili da proporre a
pazienti di difficile
trapiantabilità.
Un'ulteriore particolarità per
questi trapianti, sicuramente
casuale, sta nel fatto che, per la
prima volta, l’organo è stato
trasportato da un FRECCIAROSSA
grazie alla disponibilità di
Trenitalia s.p.a. di Ferrovie delle
Stato.
Non
era mai successo fino ad oggi che la
ferrovia venisse utilizzata per il
trasporto di organi destinati a un
trapianto. Ora la velocità del treno
può indurre gli operatori a
scegliere questa modalità e ad
abbandonare in qualche caso l’aereo,
soprattutto quando le condizioni del
tempo favoriscono il trasporto su
ferro,
e presumibilmente si otterranno dei
risparmi di spesa.
New tratta da:
ufficio
Stampa e Comunicazione Interna
Azienda Policlinico Umberto I Roma e
FERPRESS
2 febbraio 2011 |
25 GENNAIO
2011: AOSTA ELIO CECCON PERDE LA
VITA DOPO UN GRAVE INCIDENTE SULLE
PISTE DI CHIESA IN VALMALENCO
DURANTE I CAMPIONATI INTERNAZIONALI
DI SCI PER TRAPIANTATI
|
Aosta (25 gennaio) E' lutto nel
mondo del volontariato valdostano.
Elio Ceccon,
di 48 anni di Aosta, ha perso la
vita dopo un grave incidente
avvenuto sulle piste di Chiesa in
Valmalenco in provincia di Sondrio
dove ieri, lunedì 24 gennaio, stava
partecipando ai Campionati
internazionali di sci per
trapiantati organizzati dall’ANED (Associazione
Nazionale Emodializzati).
La dinamica dell'incidente non è
ancora stata chiarita del tutto:
mentre stava sciando sulla pista del
Palu' è caduto riportando un grave
trauma con un'emorragia addominale.
Dopo il ricovero all'ospedale di
Sondrio, le sue condizioni sono
apparse immediatamente molto gravi.
E' stato sottoposto ad un'operazione
chirurgica urgente, ma non ce l'ha
fatta. La salma dovrà ora essere
sottoposta ad autopsia per poi
rientrare in Valle d'Aosta dove
saranno celebrati i funerali.
Segretario regionale ANED della
Valle d'Aosta, Elio Ceccon era molto
conosciuto in Valle anche per il suo
impegno nello sport. Trapianto di
rene nel 1997, e da qualche mese di
nuovo in dialisi, era un
appassionato di bicicletta e
presiedeva il gruppo sportivo Aquile
della Valle d'Aosta di ciclismo.
Amava comunque tutte le discipline
sportive e cercava sempre, per
questo motivo, di coniugare la
pratica sportiva ad attività di
solidarietà e beneficienza in cui
era sempre impegnato con costanza.
Tra queste i volontari del soccorso
della Valpelline dove ha prestato
l'ultimo servizio solo 10 giorni fa
e un'attività costante di impegno a
favore della donazione di organi e
per la crescita dei trapianti in
Valle d'Aosta. Elio Ceccon lascia la
moglie con una figlia. I campionati
sono stati annullati.
New tratta dall’articolo
di
Nathalie Grange da
AostaSera.it, ANSA
Alla famiglia di Elio Ceccon e a
tutta l’ANED le condoglianze
dell’Associazione Malati di Reni. |
24 GENNAIO 2011: VENEZIA DONA UN
RENE AL FRATELLO, RESTA A CASA
CONVALESCENTE E
PERDE IL LAVORO
Venezia (23 gennaio) - Neppure una
lettera da scartare e conservare tra
i brutti ricordi, solo una
telefonata per annunciarle: lei è
licenziata, troppe assenze. Così
Francesca Scarpa, una cinquantenne
di Mestre, ha saputo che non le
sarebbe stato rinnovato il contratto
di lavoro. Tutta colpa di quel rene
donato al fratello e di
quell'intervento costato un mese e
mezzo di malattia, come da
prescrizione medica. Il regalo di
una speranza di vita al fratello,
più giovane di un anno, ha tolto a
Francesca l'occupazione di
assistente per un'anziana del Lido
procuratole da un'agenzia
interinale, "Obiettivo lavoro". Un
contratto a termine, il quarto con
cadenza di tre mesi, in scadenza il
31 dicembre. Ma il 26 novembre
Francesca scopre che solo il suo
rene può salvare il fratello, malato
da tempo. Non ci pensa un attimo e
corre all'ospedale di Padova per
effettuare l'intervento. Dopo una
settimana rientra a casa con la
prescrizione del chirurgo di
rimanere «a riposo per circa due
mesi, astenendosi dagli sforzi
fisici». Il medico di famiglia firma
i certificati di malattia di 15
giorni in 15 giorni. Il 3 gennaio
Francesca chiama l'agenzia
interinale per sollecitare il
rinnovo del contratto per altri tre
mesi, raccontando però che ha
bisogno, su precisa indicazione dei
sanitari, di poter rimanere a riposo
per qualche giorno. Dopo poco la
notizia che gela ogni speranza della
donna: il contratto non può essere
rinnovato. «Non ci servi più» le
dicono al telefono, senza troppe
spiegazioni. Un "no" che resta
inflessibilmente tale anche quando,
disperata, arriva a promettere di
tornare comunque al lavoro, anche
con la ferita non guarita. Chiede
solo di poter evitare gli sforzi
particolarmente pesanti. Ma ormai la
decisione è presa. «Non mi hanno
rinnovato il contratto - racconta -
:con una telefonata mi hanno
semplicemente detto che non c'era
più bisogno di me, dopo che ormai da
più di un anno lavoravo per loro».
Nonostante la rabbia, il pensiero
della cinquantenne va anche
all'anziana signora del Lido di
Venezia che accudiva ogni giorno
prima dell'intervento e che non
potrà più rivedere.
New tratta
da Il Gazzettino.it |
20 GENNAIO
201:1 DAL PARLAMENTO EUROPEO UNA
NUOVA NORMATIVA SULLE CURE MEDICHE
ALL’ESTERO
Il Parlamento Europeo ha approvato
una nuova normativa che regola il
diritto dei pazienti alle cure
mediche in un altro Paese dell'UE,
chiarisce le modalità di rimborso e
i casi che richiedono
un'autorizzazione preventiva. Il
cittadino europeo che decide di
recarsi in un altro Paese dell'UE,
per viaggio, lavoro o altro, non
dovrà più avere preoccupazioni in
materia sanitaria. Secondo le nuove
norme i cittadini dell'UE possono
essere rimborsati per l'assistenza
medica che ricevono in un altro
Stato membro, a condizione che il
trattamento e i costi sarebbero
stati normalmente coperti nel loro
paese. Le autorità possono esigere
che i pazienti richiedano
un'"autorizzazione preventiva" per i
trattamenti che necessitano di un
ricovero ospedaliero o di cure
sanitarie specializzate. Ogni
rifiuto dovrà essere giustificato
secondo un elenco ristretto di
motivi. Ogni Stato membro deve
designare un "punto di contatto" per
fornire informazioni ai pazienti
interessati alla ricerca di cure
all'estero e per fornire assistenza
in caso di problemi. La ricerca di
cure sanitarie all'estero potrebbe
avvantaggiare soprattutto i pazienti
inseriti in lunghe liste d'attesa, o
quelli che non sono in grado di
trovare cure specialistiche.
Attualmente, l'1% dei bilanci
sanitari degli Stati membri viene
impiegato in cure sanitarie
transfrontaliere. Le norme
riguardano solo coloro i quali
scelgono di farsi curare all'estero.
La tessera europea di assicurazione
malattia continuerà a restare valida
per i cittadini che necessitano di
trattamento urgente quando si recano
in visita un altro paese dell'UE. I
deputati hanno anche rafforzato le
disposizioni per la cooperazione in
materia di malattie rare. La
relazione legislativa è stata
preparata dalla deputata popolare
francese Françoise Grossetête, che
ha commentato: "I pazienti non
saranno più lasciati soli quando
cercano cure sanitarie all'estero e
l'ottenimento del loro rimborso.
Questa direttiva, finalmente, farà
luce sui diritti dei pazienti, fino
ad ora molto aleatori". Il testo
approvato è il risultato di un
accordo raggiunto con il Consiglio,
che deve ancora dare la sua
approvazione formale; dopo di che,
gli Stati membri avranno 30 mesi di
tempo per apportare le necessarie
modifiche alla loro legislazione
nazionale.
New tratta da
Sanitanews.it: giornale del
20/01/2011 |
6 GENNAIO 2011 DONAZIONE DEGLI
ORGANI: NAPOLI CAPODANNO DI
SOLIDARIETA’ E SPERANZA
Nello Ranella 15 anni, della
frazione di San Marco Trotti di San
Felice a Cancello è morto il 4
pomeriggio nell'ospedale di Caserta
dove era stato ricoverato all’alba
del primo giorno del 2011. I
genitori hanno deciso per la
donazione degli organi. Il
presidente della Regione Campania
Stefano Caldoro li ha voluti
ringraziare "Desidero esprimere, a
nome mio personale e di tutta la
comunità campana, la vicinanza ai
familiari del ragazzo che a
Capodanno ha perso la vita a causa
di fuochi inesplosi. E' encomiabile
la forza d'animo dei genitori che,
pur nel grande dolore del terribile
dramma che li ha colpiti, hanno
voluto donare gli organi del
figlio”.
Il fatto:
Nello con gli amici del quartiere si
era intrattenuto a giocare a carte a
casa sua, quando intorno alle cinque
del mattino hanno deciso di
concludere la veglia facendo
esplodere i petardi avanzati dai
festeggiamenti della mezzanotte.
Dopo aver salutato il padre Michele,
maresciallo dell’aeronautica, la
madre casalinga, ed il fratello
ventenne, si è avviato nella piazza
antistante la sua abitazione: piazza
San Marco. Qui il gruppetto di tre
coetanei si è divertito facendo
esplodere qualche petardo, come la
tradizione impone. Ma tra un botto e
l’altro si è verificato l’incidente.
Infatti gli adolescenti hanno deciso
di far esplodere contemporaneamente
più petardi del tipo «Zeus»,
accorpandoli all'interno della
fontana di cemento armato situata al
centro della piazza. Ma l'innesco
del petardo potenziato ha subito
causato l'esplosione dell'ordigno
che travolto il quindicenne,
mandando in frantumi la fontana, i
cui pezzi lo hanno colpito
violentemente alla testa. In un
attimo le grida di gioia si sono
trasformate in disperazione. Nello
era ancora cosciente quando i medici
del 118 sono giunti sul posto per
prestargli soccorso. «Papà, vedi,
non è niente di grave» avrebbe detto
il giovane, secondo i racconti dei
residenti, prima di essere
trasportato d’urgenza all’ospedale
di Caserta, dove è stato sottoposto
ad un delicato intervento
neurochirurgico. Le sue condizioni
sono apparse subito gravi. Il
quindicenne non si è mai risvegliato
dal coma indotto dai medici con i
farmaci anche se dopo le prime ore
sembrava che il suo stato di salute
stesse migliorando: purtroppo il suo
quadro clinico è precipitato
velocemente. È morto così Nello,
dopo quasi quattro giorni di agonia,
per una ragazzata con gli amici, una
bravata dalle conseguenze micidiali.
Nello non ce l’ha fatta, ma il cuore
della grande rete non ha smesso di
battere. La macchina della
solidarietà via web, il network
della preghiera e della speranza non
smobilita davanti all’inevitabile.
In soli tre giorni il tam tam su
Facebook ha raccolto attestati di
incoraggiamento anche da fuori
regione. Un unico link con un’unica
scritta «Nello ricordati che tu
vivrai». In molti, sempre su
Facebook, hanno sperato nel
miracolo. Ieri, nel tardo pomeriggio
i tanti post, affidati ad una pagina
(tradizionalmente dedicata agli
acerbi amori adolescenziali) è
comparsa una scritta di grande
compostezza: «Se Dio ti ha voluto
raccogliere è perché forse eri il
fiore più bello di questo mondo...
ci mancherai».
La donazione i trapianti:
ancora dal presidente della
Regione Campania Caldoro "Il mio
apprezzamento va a tutte le
strutture che, con tempismo e grande
professionalità, hanno realizzato i
vari interventi".
Sei persone potranno vivere grazie
al gesto d'amore della famiglia di
Nello. Come sottolinea Barbara
Leone, responsabile dell'area
Comunicazione e formazione del
Centro regionale trapianti della
Campania «in un momento di dolore
immenso come può essere la perdita
di un figlio, la famiglia ha avuto
la forza di pensare al prossimo
donando gli organi del loro ragazzo
e così si è riaccesa la speranza per
quattro pazienti campani e due
pazienti romani». Il cuore, il
fegato, i reni ed i polmoni sono
stati trapiantati tra la notte del 4
e la mattinata del 5. Un lavoro
compiuto in collaborazione da tante
persone; la rianimazione di Caserta
con il suo coordinatore locale, il
Centro Regionale Trapianti Campania,
il Centro interregionale
(Organizzazione Centro Sud Trapianti
OCST), i vari Centri Trapianto: il
Monaldi di Napoli per il cuore, il
Cardarelli di Napoli per il fegato,
il S. Giovanni di Dio di Salerno per
i reni. I Polmoni di Nello sono
stati trasferiti all’ Umberto I di
Roma dove il Prof. Giorgio Furio
Coloni Direttore della UOC di
Chirurgia Toracica e la sua equipe
hanno eseguito il doppio trapianto
di polmone ad un paziente di 29 anni
di origine colombiana. Insomma, «una
grande catena umana che lavora per
la vita perché da un dolore così
grande la famiglia ha avuto la forza
di pensare agli altri».
New tratta dall’articolo di Stella
Vigliotti Il mattino.it,
Adnkronos
e omniroma.it. Foto da Il mattino.it |
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